Un ghiacciaio che boccheggia come un pesce fuori dall’acqua. Ricoperto da uno strato scuro di terriccio nero che non permette più alla neve di riflettere il sole, si scalda e si assottiglia fin quasi a scomparire, lasciando il posto a un lago. Sono le immagini realizzate di recente sul ghiacciaio Fellaria, in Valmalenco, dal Servizio glaciologico lombardo, a testimoniare la gravità della situazione climatica sulle Alpi. Grazie alle nuove tecnologie, attraverso la tecnica del “time lapse” (immagini velocizzate) e grazie a “webcam” sempre più performanti, purtroppo è possibile vivere quasi in diretta la tremenda agonia di un ghiacciaio.
L’approfondimento sullo stato di salute dei ghiacciai lombardi, ma anche sull’arretramento dei ghiacci nel mondo, è stato al centro di un confronto organizzato dal Cai Cassin di Lecco al quale hanno partecipato Davide Colombarolli e Giovanni Prandi del Servizio glaciologico lombardo e Fabio Baio, geologo, esperto di permafrost con al suo attivo sei spedizioni scientifiche in Antartide. Uno dei ricercatori di casa alla base Concordia sul plateau antartico. I dati raccolti di recente dai glaciologi sulle montagne lombarde non lasciano spazio all’ottimismo, sembra ormai un destino segnato. Il ghiacciaio Fellaria, che sta formando un grosso lago in Valmalenco, solo da giugno a ottobre del 2019, ha perso 6,45 metri di spessore. Il ghiacciaio Suretta, nella zona dello Spluga, ha perso 23 metri di spessore dal 2002 al 2018 e ogni anno ne perde in media 2 o 3.
Fonte: ilgiorno.it