Tutti gli articoli di Cristina

Valmalenco: Ghiacciai, un addio sempre più veloce sulle Alpi: i nostri nipoti non li vedranno


Ghiacciaio Fellaria

Un ghiacciaio che boccheggia come un pesce fuori dall’acqua. Ricoperto da uno strato scuro di terriccio nero che non permette più alla neve di riflettere il sole, si scalda e si assottiglia fin quasi a scomparire, lasciando il posto a un lago. Sono le immagini realizzate di recente sul ghiacciaio Fellaria, in Valmalenco, dal Servizio glaciologico lombardo, a testimoniare la gravità della situazione climatica sulle Alpi. Grazie alle nuove tecnologie, attraverso la tecnica del “time lapse” (immagini velocizzate) e grazie a “webcam” sempre più performanti, purtroppo è possibile vivere quasi in diretta la tremenda agonia di un ghiacciaio.

L’approfondimento sullo stato di salute dei ghiacciai lombardi, ma anche sull’arretramento dei ghiacci nel mondo, è stato al centro di un confronto organizzato dal Cai Cassin di Lecco al quale hanno partecipato Davide Colombarolli e Giovanni Prandi del Servizio glaciologico lombardo e Fabio Baio, geologo, esperto di permafrost con al suo attivo sei spedizioni scientifiche in Antartide. Uno dei ricercatori di casa alla base Concordia sul plateau antartico. I dati raccolti di recente dai glaciologi sulle montagne lombarde non lasciano spazio all’ottimismo, sembra ormai un destino segnato. Il ghiacciaio Fellaria, che sta formando un grosso lago in Valmalenco, solo da giugno a ottobre del 2019, ha perso 6,45 metri di spessore. Il ghiacciaio Suretta, nella zona dello Spluga, ha perso 23 metri di spessore dal 2002 al 2018 e ogni anno ne perde in media 2 o 3.

Fonte: ilgiorno.it

Valmalenco: i sindaci: “Pochi bimbi, pensiamo al futuro”

Tra elementari e medie, in Valmalenco si contano 350 alunni. “Col tempo sono calati drasticamente. Una quarantina in meno rispetto ad alcuni anni fa, quando abbiamo lanciato il concorso di idee per la demolizione e ricostruzione della scuola di Lanzada. Allora l’elementare doveva accorparsi con quella di Chiesa, a Lanzada invece si sarebbero trasferite le medie”, spiega il sindaco dell’abitato, Cristian Nana. A causa del ridotto numero di bambini, “in base alle previsioni dell’Ufficio scolastico territoriale con il quale di recente abbiamo avuto un incontro, nei prossimi anni l’unico Comune che potrebbe fare a meno delle pluriclassi è Chiesa, gli altri non raggiungerebbero i 10 alunni per classe. Già ora siamo costretti a ricorrere a questo strumentonon un bene per la didattica. Peraltro dall’incontro con il dirigente Ust Fabio Molinari è emerso che o agiamo o comunque alcuni plessi chiuderanno”, aggiunge Nana. “Dobbiamo anticipare i tempi”, prosegue. Come iniziativa a breve termine, in vista del prossimo anno scolastico, “uniremo le prime elementari di Chiesa, che a settembre avrà 26 primini, e Lanzada, che ne avrà solo 9, previo incontro con i genitori e la dirigente per valutare la logistica e capire come agire al meglio. Poi, tra due anni, saremo pronti a creare un polo unico che accorpi tutte le scuole del comprensorio”.

Fonte: ilgiorno.it

Valmalenco : Quattro amici per la spedizione da Sondrio a Davos a piedi sul ghiacciaio per protestare


Da Sondrio a Davos, andata e ritorno passando per le Alpi. In gennaio. 80 chilometri e un dislivello di 3.500 metri. È il viaggio che si accingono a fare 4 amici alpinisti originari della provincia di Varese guidati da Giovanni Montagnani. Un viaggio a impatto zero per arrivare in Svizzera e partecipare alle manifestazioni ambientaliste contro il World Economic Forum, l’annuale meeting che dal 21 al 24 gennaio riunirà nella cittadina svizzera economisti, politici e soprattutto i big dell’economia globale. «Your path is to nowhere» (La tua strada è verso il nulla) è il titolo che hanno voluto dare alla loro azione dimostrativa: un percorso che toccherà alcuni tra i luoghi già fortemente compromessi dai cambiamenti climatici in atto – la Valtellina e i suoi ghiacciai – con l’obiettivo di denunciare l’interessamento strumentale, ipocrita, che i grandi protagonisti dell’economia stanno dedicando al tema dell’emergenza climatica. Contro chi pratica il greenwashing e parla di sostenibilità nel cuore di un ecosistema che viene distrutto a scopo di lucro.

Fonte: corriere.it

Valmalenco XI giornata Nazionale delle Miniere


La Giornata Nazionale delle Miniere si rivolge a tutti, con un programma di iniziative gratuite volte a soddisfare le più diverse aspettative: divulgazione, divertimento, appuntamenti culturali, approfondimenti scientifici, proposte per i più giovani, enogastronomia e trekking sul territorio


Prende il via il 31 Maggio e 1 Giugno 2019 il turismo geologico e minerario in Italia: nello scorso anno, oltre 200 mila persone hanno visitato almeno uno dei 41 siti minerari ed estrattivi che fanno parte della rete nazionale, con una media di circa 4 mila visitatori a miniera e 500 turisti al giorno.

Sono i dati della ReMI (Rete nazionale dei Parchi e dei Musei minerari italiani), di cui anche la Valmalenco è parte (Museo Minerario della Bagnada), grazie anche alla partecipazione annuale alla Giornata Nazionale delle Miniere, evento promosso dall’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA), volto a divulgare il turismo geologico, favorire la fruizione del patrimonio minerario ed estrattivo dismesso e la conoscenza di quello tutt’oggi attivo.

Organizzata sul territorio provinciale dall’Ecomuseo della Valmalenco, la Giornata Nazionale delle Miniere rappresenta l’opportunità per conoscere uno degli aspetti più caratteristici della Valmalenco, conosciuta e apprezzata a livello internazionale per la sua varietà geologica e mineraria. 

La Giornata Nazionale delle Miniere si rivolge a tutti, con un programma volto a soddisfare le più diverse aspettative: divulgazione, divertimento, appuntamenti culturali, approfondimenti scientifici, proposte per i più giovani, enogastronomia e trekking sul territorio con convegno sul Museo del Serpentino della Valmalenco; proiezione di film documentari sulla storia mineraria ed estrattiva della Valmalenco; visite guidate in miniera per ragazzi e adulti e famiglie; visita presso i “Giovellai al lavoro”; visita al Parco Geologico di Chiareggio; concerto in miniera a chiusura dell’evento. Fonte: valtellinanews.it Locandina: http://www.invalmalenco.it/

Valmalenco: Gigantone del Palù: Berlinghieri si merita il Trofeo Lenatti


Sci alpino, tradizionale kermesse sulle nevi malenche con podio assoluto completato da Pedrolini e Martinelli. Il Mini Gigantone ha visto prevalere Giorgio Bracchi.

La neve, arrivata così poche volte nella stagione invernale, ha pensato bene di “rimediare” facendosi rivedere a inizio aprile, appena un paio di giorni prima del classico Gigantone del Palù, posto sempre a chiusura della stagione dello sci a Chiesa Valmalenco. Così, a causa del manto fresco, l’organizzazione per motivi precauzionali è stata costretta quasi a dimezzare il percorso per gli adulti e quello per le categorie giovanili fino ai Ragazzi.

Inoltre, per la nebbia presente a intermittenza, le competizioni hanno dovuto subire alcune interruzioni in attesa che la visibilità tornasse a livello normale. Piccoli inconvenienti, che però nulla hanno tolto alla mattinata conclusa all’esterno dei Campanacci, con un rancio a base di polenta e costine.

Ricca la premiazione. Oltre a coppe e medaglie sono state sorteggiate dieci biciclette; principali sponsor di giornata Credito Valtellinese e la sezione Avis di Valmalenco.

Come ogni anno, il Trofeo dedicato a Enrico Lenatti è stato assegnato al più veloce sul percorso del Gigantone. Lo ha conquistato Enrico Berlinghieri, sceso in 2.07.25, che ha preceduto di appena 24/100 Nicola Pedrolini e di 26 Angelo Martinelli.

Il Mini Gigantone ha visto la consegna del Trofeo Bianco Lenatti a Giorgio Bracchi, che ha fatto registrare il tempo di 1.28.17. Quest’anno è stato aggiunto un altro premio a carattere familiare. Sommando i tempi delle due gare sono risultati vincitori Mauro Gadda e il figlio Matteo.

prima del classico Gigantone del Palù, posto sempre a chiusura della stagione dello sci a Chiesa Valmalenco. Così, a causa del manto fresco, l’organizzazione per motivi precauzionali è stata costretta quasi a dimezzare il percorso per gli adulti e quello per le categorie giovanili fino ai Ragazzi.

Inoltre, per la nebbia presente a intermittenza, le competizioni hanno dovuto subire alcune interruzioni in attesa che la visibilità tornasse a livello normale. Piccoli inconvenienti, che però nulla hanno tolto alla mattinata conclusa all’esterno dei Campanacci, con un rancio a base di polenta e costine.

Ricca la premiazione. Oltre a coppe e medaglie sono state sorteggiate dieci biciclette; principali sponsor di giornata Credito Valtellinese e la sezione Avis di Valmalenco.

Come ogni anno, il Trofeo dedicato a Enrico Lenatti è stato assegnato al più veloce sul percorso del Gigantone. Lo ha conquistato Enrico Berlinghieri, sceso in 2.07.25, che ha preceduto di appena 24/100 Nicola Pedrolini e di 26 Angelo Martinelli.

Il Mini Gigantone ha visto la consegna del Trofeo Bianco Lenatti a Giorgio Bracchi, che ha fatto registrare il tempo di 1.28.17. Fonte: laprovinciadisondrio.it

Valmalenco: Ciclismo, due valtellinesi al via del Giro d’Italia


Nicola Bagioli si prepara al debutto nella Corsa rosa

Il Talamonese Francesco Gavazzi e il malenco Nicola Bagioli saranno ai nastri di partenza dell’edizione numero 102 in partenza sabato da Bologna

Un traguardo importante per il ciclismo valtellinese, che schiera due suoi rappresentanti ai nastri di partenza della corsa più amata e seguita. Da un lato il Malenco classe 1995 al debutto, dall’altra l’esperto talamonese del 1984 pronto a ben figurare in una gara affrontata anche in passato. Fonte: laprovinciadisondrio.it

VALMALENCO: XXXII Mostra zootecnica


Il 20 aprile a Lanzada (SO)

Conclusa la stagione dello sci all’Alpe Palù, tra Sondrio e Valmalenco torna, con la 32ª edizione, la ‘Mostra zootecnica mandamentale bovini di razza bruna della Valmalenco’.
Quest’anno toccherà a Lanzada ospitare la tradizionale rassegna dedicata all’allevamento e alla scoperta di sapori e tradizioni locali. Una delle mostre zootecniche più antiche della Lombardia, e sempre molto partecipata, che dal 1986 permette di ammirare dal vivo i bovini di “razza bruna” e conoscere la filiera zootecnica, che inizia dalla stalla e passa per la trasformazione, creando piccole produzioni di alta qualità.

L’appuntamento, riservato al bestiame allevato nei comuni del mandamento della Comunità Montana di Sondrio, verrà organizzato sabato 20 aprile in località Pradasc, presso “Zenith Centro della Montagna”, e prevede numerosi eventi e attività: concorso “tagliere dei formaggi”, stand gastronomici, mercatini di prodotti tipici, antichi mestieri. Per i più piccoli previsti arrampicata, gonfiabili, battesimo della sella e percorso fattoria.
E si potrà concludere in bellezza la giornata degustando i menù a tema proposti dai numerosi ristoranti convenzionati.

Come consuetudine l’iniziativa è sostenuta dal Comune ospitante, quest’anno Lanzada, con la partecipazione degli altri quattro Comuni della Valmalenco e della Comunità Montana Valtellina di Sondrio. Fonte: valtellinamobile.it

Programma 20 aprile 2019:
– ore 8:00 immatricolazione capi;
– ore 9:00 – 12:30 lavori giuria;
– ore 13:00 premiazioni.

Lanzada: SKIALP SCIALPINISTICA PIZZO SCALINO 2019


Tra gli junior successo di Alessandro Rossi (Lanzada) e katia Mascheroni (Alta Valtellina). 

Scialpinistica al Pizzo Scalino, l’edizione 2019 incorona il trentino Daniele Cappelletti e la polacca Anna Tybor. Da affrontare, per il settore assoluto, vi erano 4 salite (1270m up) con due tratti a piedi e gpm della competizione a quota 3000 sulla sella del Pizzo Scalino.  Soltasi in concomitanza con la penultima tappa di Ismf Skimountaineering World Cup, la bella kermesse malenca griffata Sportiva Lanzada ha visto il portacolori dell’Adamello Ski Team Imporsi con un crono di 1h37’00” davanti all’altro scialpinista trentino dell’Alpin Go Val Rendena Alex Salvadori (1h39’40”). Terzo posto per il polivalente atleta di Albosaggia Francesco Leoni che, di rientro dalla Sellaronda Skimarathon, è comunque riuscito a salire sul podio fermando l’orologio sul tempo di 1h42’12”.

Completano la top ten di giornata Filippo Curtoni, Christian Minoggio, Stefano Confortola, Federico Bonseri, Mirco Negrini, Norman Gusmini e Andrea Gianni.

Al femminile una sola donna in gara, la polacca livignasca d’adozione Anna Tybor che ha portato a termine l’intero giro in 1h57’14”.

In gara anche le categorie giovanili. Tra gli junior successo di Alessandro Rossi (Lanzada) e katia Mascheroni (Alta Valtellina). In classifica cadetti, come da pronostico, successo di giornata per Luca Tomasoni (Presolana Monte Pora) e Silvia Berra (Albosaggia). Bravi pure i giovanissimi delle prove promozionali. Qui, si sono messi in evidenza Mirko Sangalli, Federico Pacchiarini, Irene Gianola e Giulia Visinoni. Fonte: sportdimontagna.com

VALMALENCO: Partì nel ’46, festa a Spriana per Robert


Registrato come Umberto Flematti, l’uomo cambiò nome e divenne un grande alpinista in Francia. Al polifunzionale 150 persone hanno reso omaggio al malenco che ha aperto importanti vie sui Pirenei.

«Ringrazio tutti per essere venuti qui a mangiare e a bere con me, questa è la vita buona». Per raccontare la serata in onore del grande alpinista francese di origine malenca Robert Flemattipartiamo dalla fine, dalle sue parole pronunciate in un italiano un po’ così, ovviamente, ma che hanno saputo dipingere perfettamente il senso della serata organizzata in suo onore dall’Unione dei Comuni di Spriana e Torre Santa Maria, con il prezioso contributo della Pro loco di Spriana e anche di Elio Parolini, Angelo Schena della Fondazione Bombardieri, Giorgio Nana, la sezione valtellinese del Cai e Giuseppe “Popi” Miotti, colui che ha ritrovato, in Francia, Flematti.

C’erano quasi centocinquanta persone al Polifunzionale di Spriana, più degli abitanti, una novantina in tutto. Ci tenevano tantissimo gli abitanti di Spriana a rendere omaggio al loro illustre concittadino; in suo onore hanno organizzato una festa bellissima, semplice, proprio come – ne erano sicuri – sarebbe piaciuta a lui che in fondo è malenco come loro, una persona quindi molto riservata ma di grande cuore e generosità.

La serata è iniziata puntuale alle 19 con una cena a base di pizzoccheri preparati magistralmente da Sergio Piani e che sono stati molto graditi da “Umberto”, come tutti qui chiamano Robert Flematti: sì, perché Umberto è il suo nome originario, di quando ancora viveva a Spriana, dove è nato nel 1942: «In realtà – spiega il sindaco di Spriana Ivo Del Maffeo – Umberto è nato a Prato, frazione e quindi territorio di Torre Santa Maria, ma da genitori di Spriana che hanno mantenuto qui la residenza; per questo, alla nascita Umberto fu perciò registrato sia a Torre che a Spriana».

Nel 1946, insieme alla madre e a suo fratello, Robert Flematti partì per un lunghissimo viaggio alla volta dei Pirenei: attraversò clandestinamente il confine con la Francia e percorse quasi 300 chilometri a piedi prima di raggiungere il padre che lavorava a una diga sui Pirenei. Nel 1949 divenne cittadino di Arrens e il nome cambiò da Umberto a Robert. Grande appassionato di montagna, divenne una stimata guida alpina; successivamente – insieme a un altro grande alpinista francese, René Desmaison – ha compiuto grandissime imprese, come, negli anni Sessanta, la scalata del Balaïtous, una delle vette pirenaiche più conosciute, celebri e difficili.

«La fibra di quest’uomo deriva dalle sue origini malenche e da tutte le peripezie che ha dovuto affrontare nella sua vita, prima tra tutte il viaggio per raggiungere suo padre», ha affermato Giuseppe Miotti prima della consegna di alcuni riconoscimenti a Robert Flematti e prima della messa in onda di un documentario a lui dedicato, “Le voyage d’Umberto”. È stato girato dal Team Les Collets che ne ricostruito la sua storia: i protagonisti sono quattro guide alpine francesi – Paul BonhommeRomain Da FonsecaBastien Gerland e Didier Angelloz – che hanno voluto omaggiare la grandezza di questo alpinista venuto da un luogo “a nord di Milano”, come dicono all’inizio del film.

È bello vedere come questi quattro alpinisti transalpini si emozionino – durante la scalata al Balaïtous – quando, lungo una parete, si imbattono in chiodi e attrezzature di cinquant’anni fa, testimonianze del passaggio di Robert Flematti: «In montagna, quel che conta è la condivisione – affermano -; in questo caso una condivisione tra generazioni». Fonte: laprovinciadisondrio.it