Un paese intero salvato da due operai valtellinesi.
Era necessario, tra le altre cose, liberare il tunnel del torrente Vernazzola che passa sotto il paese dei detriti accumularti dall’alluvione del 25 ottobre 2011.
Erano necessari dei mezzi speciali. Sono arrivati dalle miniere Imi Fabi della Valmalenco e per raggiungere il paese hanno dovuto costruirsi un ponte provvisorio smuovendo la terra esondata.
Ma le macchine non bastano e allora ecco che in cabina arrivano sempre dalla Valmalenco Roberto Agnelli e Marcello Guerra, due minatori che per otto giorni hanno lavorato giorno e notte, concedendosi poche ore di sonno.
In paese li hanno conosciuti tutti e sanno che è solo grazie a loro se Vernazza è tornata a respirare. Sono di poche parole Marcello, 41 anni, e Roberto, 50 anni, tutti e due di Chiesa in Valmalenco. E allora preferiscono far vedere quello che hanno fatto, piuttosto che parlare: «Il tunnel del Vernazzola lo abbiamo liberato in due giorni, così ora l’acqua può scorrere al mare. Tutto ha avuto inizio da qui. L’effetto tappo ha dirottato le acque in centro al paese e il fango si è infilato ovunque».
Nella foto Roberto sulla pala più piccola – la “Toto T 150″ – che è stata la prima ad entrare in azione. I minatori della Imi Fabi la chiamano “la nonna” e per Santa Barbara brindano in suo onore. C’è chi in miniera la dava per spacciata e lei invece a Vernazza, in piena emergenza, si è difesa come una leonessa.
La montagna ha teso la mano al mare.
Da vedere l’interessante servizio sul sito della Radio Tevisione della Svizzera Italiana sull’impresa dei Valtellinesi.
Fonte: www.laprovinciadisondrio.it