Archivi categoria: Cultura

Madonna con Bambino e santi

A Chiesa Valmalenco sul palazzo Ca’ di Nann all’interno di una finta nicchia la composizione presenta, al centro, l’immagine della Madonna delle Grazie di Primolo. Maria si innalza sul piedistallo, in abito chiaro, avvolta nell’ampio manto blu; ha il capo chino verso il Bambino coronato che tiene tra le braccia. In basso, ai lati, sono raffigurati due santi inginocchiati, ritratti di profilo, con le mani giunte in preghiera. A sinistra, in saio scuro, è inginocchiato un santo francescano e, a destra, in abito bianco, un santo domenicano.

fonte e dettagli: lombardiabeniculturali.it

Valmalenco: La leggenda di Prìmolo

Uno dei luoghi più ameni della Valmalenco è sicuramente il paesino di Prìmolo (m. 1247), sopra Chiesa. Nella genealogia fantastica dei luoghi di Valmalenco, Primolo, come Chiareggio, è figlio di Chiesa e Màllero, ed ha come nonni materni Valmalenco e Pizzo Scalino. C’è una leggenda molto nota legata all’origine del suo nome e centrata sul tema dell’amore impossibile, che consuma e che conduce alla morte. Amore e morte, motivo tipicamente romantico, consegnato ad una storia semplice e commovente.
La storia inizia sul versante retico opposto a quello di Valmalenco, dove Guglielmo, figlio del conte di Tarasp, si ribellò ai progetti paterni, che lo volevano sposo della castellana Edda Kofer, personaggio sinistro, in odore di stregoneria, sospettata di aver ucciso il marito. Non era tempi nei quali ci si potesse tranquillamente opporre alla volontà paterna, e Guglielmo dovette, quindi, fuggire, cercando riparo, al di qua del passo del Muretto, in Valmalenco, giungendo proprio a Prìmolo, per l’antica mulattiera del Muretto, di cui ancora oggi si può percorrere il tratto San Giuseppe-Primolo. Qui incontrò una gentile fanciulla, Mina, figlia di un contadino. Com’è facile prevedere, nacque fra i due un profondo amore. Trascorsero, così, mesi felici, ma la felicità non dura mai troppo a lungo. Le primule, legate alla leggenda di Primolo. Foto di M. Dei CasNel frattempo, infatti, era morto, consumato dal dolore per la fuga del figlio, il padre di Guglielmo, e la notizia era giunta fino a lui, suscitando un forte rimorso. Era combattuto fra il desiderio di rimanere con l’amata e da quello di tornare per rendere omaggio al padre. ( segue …….. qui….)

fonte: waltellina.com

Valtellina: Premiati quattro negozi storici dalla regione Lombardia.

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l’assessore al Commercio Stefano Maullu hanno preso parte domenica 28 novembre 2010, al Teatro Nuovo di Milano, alla premiazione dei Negozi Storici della Lombardia. Quattro gli esercizi della provincia di Sondrio inseriti nell’elenco dei 200 premiati dalla Regione…
Per la provincia di Sondrio sono stati premiati quattro esercizi

* Chiesa in Valmalenco – Ristorante Ai Portoni, ristorazione con somministrazione;
* Lanzada – Liquorificio Apicoltura W. Nana e figli, produzione e commercio di liquori, miele, caramelle, erbe officinali;
* Morbegno – Hotel Margna, ristorazione con somministrazione;
* Tirano – Ortulan, commercio al dettaglio di frutta e verdura fresca.

fonte: altarezianews.it

Valmalenco: “La pietra verde dei ‘lavècc’ “

La pietra ollare detta anche la pietra dei ‘lavècc’, che già Plinio il Vecchio cita nella sua Naturalis Historia, proprio in riferimento alla Valtellina, cominciò ad essere lavorata in epoca remota.La pietra ollare è una formazione rocciosa di colore verde opaco, molto tenera e quindi facilmente lavorabile specie al tornio.
Il nome ollare deriva dal latino “olla” col significato di pentola, contenitore di olio.
In Valmalenco e in Valchiavenna si possono trovare ancora una decina di cave di pietra ollare, alcune abbandonate altre parzialmente in attività.

fonte: valtellina.it

Valtellina: libro “L’albero di Millì”

Un libro nato dopo un viaggio in Valtellina. Sabato 27 novembre, alle 16:30 alla libreria Valli di Sondrio, si terrà la presentazione del libro della giornalista Annalisa Venditti, “L’albero di Millì”.

Il testo verrà presentato dal giornalista Massimo Bardea e da Mauro Baggini della Duemilanove Communications.

Da un viaggio in treno in Valtellina, durante una fitta nevicata, l’autrice ha avuto l’ispirazione per la scrittura del romanzo.

fonte: vaol.it